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Archivio Stagioni 2011-2017

Eventi 

Pinocchio
Titolo Spettacolo:
Pinocchio
Date Spettacolo:
25.03.2012
Compagnia - Regista:
Teatro Libero Palermo - Luca Mazzone
Categoria:
Famiglie a Teatro - Marzo/Aprile 2012

Descrizione

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Domenica 25 Marzo 2012  - ore 18

Teatro Libero

PINOCCHIO

da Collodi  di Joël Pommerat
traduzione di Beno Mazzone
regia Luca Mazzone

con Federico Arnone, Micaela De Grandi ed Enrica Volponi.
ideazione animazioni Luca Mazzone e Pietro Vaglica - realizzate da Pietro Vaglica
illustrazioni Laura Beninati - costumi Lia Chiappara, realizzati da Iole Rizzo
musiche: Antonio Guida - luci: Fiorenza Dado
durata 75 min

Un narratore irrompe sulla scena. È cordiale, elegante. Ci vuole raccontare una storia. Una storia che non sia altro che la verità. Non dirà altro che la verità. La storia è quella di un pezzo di legno, che tra le mani desiderose di un anziano signore diverrà un burattino-marionetta dotato di parola. Come per tutti i ragazzini di oggi, la sua parola è petulante, viziata, un’arma letale per ferire il padre e poter giustificare tutte le scorribande che lo porteranno lontano da lui. Però Pinocchio, questo il nome del burattino che tutti conoscono, farà tante brutte avventure e capirà (o forse no) cosa davvero conta nella vita. La riscrittura di Pommerat traduce “Pinocchio” di Collodi in una storia che ben si confà alla società moderna, dove le figure immaginarie si traducono in figure reali. Pinocchio non è più il frutto di una vivace fantasia, ma diventa quasi la cronaca di quello che oggi può capitare, tra ladri, gentiluomini farabutti, e forse, qualche elegante fatina, ad un ragazzino un po’ viziato.


PinocchioPINOCCHIO di Joël Pommerat
note di Luca Mazzone
Ho incontrato nella mia vita Joël Pommerat la prima volta come drammaturgo, avendo letto e poi vissuto la messinscena della sua riscrittura della racconto popolare – così come lui scrive nel sottoti-tolo del suo testo – “Cappuccetto Rosso”. Ebbi subito una bellissima sensazione: una scrittura sem-plice e diretta che riusciva a districarsi dentro i classici dell’infanzia, ritrovandone il senso in una teatralità magica.
L’anno scorso ebbi la fortuna di vedere una sua messa in scena di un suo testo “Cercles/Fictions”, non potevo non approfittare dell’occasione datami dal festival di teatro francese “Focus Théâtre” di Maubeuge promosso tra gli altri da Culture France, al quale, l’Ambasciata di Francia in Italia mi aveva invitato.
Ebbene, come per magia tutto quello che avevo vissuto dentro la mia testa chiudendo gli occhi e la-sciando che la scrittura di Pommerat risuonasse dentro di me, potevo toccarlo con mano e vederlo nella sua scrittura scenica. È come se non ci fosse soluzione di continuità tra la sua drammaturgia e la sua scrittura scenica: la prima inevitabilmente ha in sé la seconda.

È soltanto una differenza “gestuale”, così come la definisce lo stesso Pommerat: entrambe hanno a che fare con la presenza, la grande forza del suo teatro. La presenza della parola, la presenza dell’attore, la presenza del gesto, la presenza dell’azione e inevitabilmente la presenza del teatro.

Ho, dunque, voluto fortemente lavorare sul suo Pinocchio, perché il suo Pinocchio riesce a trovare dentro la storia di Collodi una vena di forte contemporaneità, perché riesce a ridarne il valore ponendo l’accento su un linguaggio diretto, efficace, capace di accostare il fragile burattino di legno ad un ragazzino di oggi, riuscendo a denudare le criticità della società contemporanea, ma ponendosi al di fuori di qualsiasi concezione moralistica, non volendo spiegare, bensì mostrare.
Come per magia il narratore, figura chiave della scrittura di Pommerat, ci porta dentro la storia, sottolineando sin da subito che si tratta di una storia straordinaria, probabilmente la più straordinaria di tutti i nostri sogni. Ma è importante per lui, deus ex machina dell’azione scenica, dirci la verità, non dirà altro che la verità, la più pura e luccicante delle verità, perché è proprio nella verità, grande me-tafora della vita, che si sviluppa e si snoda la storia, la vita e l’azione di Pinocchio.
Un Pinocchio dotato di parola, che come per tutti i ragazzini di oggi, è petulante, viziata, un’arma letale per ferire il suo povero e anziano padre, non sufficientemente ricco per poter incantare e se-durre questo svogliato burattino. È il denaro che Pinocchio cerca e vuole, il denaro come motore della sua storia, denaro da triplicare, quintuplicare, lasciandosi ingannare da due malandrini bulletti di oggi, denaro che muoverà le fila della narrazione, mettendolo con le spalle al muro e addirittura spingendolo a mentire sino a morirne.

Quanto mai attuale, quanto mai veritiero? Ecco allora la verità, quella verità che il narratore inziale ci promette di dire: il denaro come motore dei meccanismi, corruttore delle anime ingenue. Tutto questo, però, sottolineo nuovamente, detto senza alcun filo di moralismo, in una efficace semplicità di scrittura e di azione, che fa del Pinocchio di Pommerat, e della mia scrittura scenica, uno spettacolo veramente dedicato a tutti, dai sette ai novantanove anni.

Informazioni

Compagnia:
Teatro Libero Palermo   -   Sito Web

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