La storia si ispira al mito delle Janas sarde, piccole creature notturne capaci di atti magici e meravigliosi, fate custodi dei più grandi tesori e devote alla loro madre Luna.
Protagonista della storia è una Jana piuttosto brutta di nome Drollenzia che vive sola nella sua domus. Invoca continuamente la madre luna perché metta fine a questa solitudine e la luna l’accontenterà. Tutte le sorelle Janas arriveranno a trovarla dalle parti più remote della terra e faranno una grande festa. Ma anche loro partiranno e la Jana resterà di nuovo sola. La luna allora le indicherà una strada coi suoi raggi. Drollenzia troverà una culla da cui ruberà la bella bimba che chiamerà Bellighedda e l’alleverà. Dopo 16 anni Bellighedda è una bella ragazza. Lei cerca di essere una brava Jana ma non ci riesce, a lei piace tanto danzare. Drollenzia è severa con lei, la chiude sempre in casa e, perché lavori, deve ipnotizzarla, ma l’effetto dura poco. Un giorno Drollenzia decide di andare alla festa degli umani a divertirsi un po’, ma scorda di chiudere in casa Bellighedda, che fuggirà e anche lei si troverà alla festa. Le due, senza mai vedersi, incontreranno gli umani, uno avido e furbo (Su Mannau), interessato solo al loro oro, e un pastorello semplice che si innamorerà di Bellighedda. Equivoci, scambi di persona, inseguimenti e magie si susseguiranno a ritmo vorticoso. I personaggi dialogheranno coi ragazzi , da loro saranno protetti e incoraggiati nelle loro azioni. Si susseguiranno una serie di avventure e scontri fra i protagonisti a suon di incantesimi e sortilegi nei quali inevitabilmente saranno coinvolti anche gli spettatori e tutti si renderanno conto di quanto è importante custodire i miti e le tradizioni e che gli affetti sono più potenti del denaro, il tutto sullo sfondo di una Sardegna che permane ancora oggi una terra magica.
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