PERSONAGGI E INTERPRETI
ENRICO Giovanni Trudu
IL PADRE Stefano Brughitta LA MADRE Mariella Soggiu AMICO 1 Maurizio Liscia AMICO 2 Enrico Inserra AMICO 3 Riccardo Atzori LA NARRATRICE Stefania Perda NARCISO Fabio Carta ECO Matilde Marras L'UOMO IN ROSSO Riccardo Atzori LO SPACCIATORE Gianmarco Cinus RAFFO Giovanni Trudu SPUTO Federico Piras STRINGA Andrea Palla BILBO Martina Congera VIRGINIA Federica Pani ALESSANDRO Riccardo Atzori RAGAZZA VIRGINIA Marta Sabatini UOMO VIOLENTO Stefano Brughitta LE DONNE Federica Demontis, Federica Marilotti, Marta Gessa, Camila Nunes Sardi LA SIGNORA Mariella Soggiu IL COMANDANTE Gianmarco Cinus GIADA Alessandra Pili NIKO Enrico Inserra |
Scuola D'Arte Drammatica
Cagliari
METAMORPHOSIS
da Ovidio
regia di Elisabetta Podda
drammaturgia Elisabetta Podda e Cristina Martellotta
L' ambientazione contemporanea dei quattro miti esplorati, Fetonte, Narciso, Medusa, Orfeo ed Euridice, con la tecnica del racconto a cornice, cerca di rispettare la narrazione ovidiana in cui si passa da una storia all'altra e la narrazione si sviluppa trasformandosi in continuazione; dove gli uomini sono in balìa degli eventi in un mondo governato da leggi mutevoli tra apparenze ingannevoli e realtà effettiva.
I MITI OVIDIANI
FETONTE
Fetonte era figlio del dio Sole e della ninfa Climene. Avendo un amico insinuato che egli non fosse figlio del Dio, chiese ed ottenne dal padre, dopo varia insistenza, di guidarne il carro per dimostrare la sua vera origine. Ma quando si trovò alla guida dell'infuocato cocchio divino, perse il controllo rischiando di provocare sulla terra un incendio immane. A quel punto Apollo intervenne drasticamente e con il fulmine folgorò l'incauto figlio.
NARCISO
Narciso, figlio della bellissima ninfa Lirìope e del fiume Cefiso che la violentò, era di indescrivibile bellezza e grazia. La madre si recò dal vate Tiresia per conoscere il destino del figlio e l'indovino predisse che Narciso avrebbe avuto una lunga vita se non avesse mai conosciuto se stesso.
Narciso crebbe rimirato e amato da tutti. Crebbe anche la sua vanità e insensibilità.
La ninfa Eco, punita da Giunone a ripetere solo le ultime parole dei discorsi che le rivolgevano, lo incontrò tra i boschi e estasiata, lo seguì. Quando Narciso si perse, Eco rispose alla sua richiesta di aiuto e gli professò il suo amore, ma egli la respinse inorridito. Eco morì d'amore e di lei non rimase che la voce. Nemesi, la dea della vendetta, punì Narciso: quando egli vide la sua immagine riflessa in uno specchio d'acqua, si innamorò perdutamente di se stesso fino alla consunzione.
MEDUSA
Si dice che Poseidone re del mare, violasse Medusa, una delle tre Gorgoni, nel tempio di Atena. Medusa nascose il volto dietro l'egida della dea e questa la punì mutando la bella capigliatura della Gorgone in un groviglio di vipere; da quel momento il suo sguardo pietrificò ogni creatura vivente.
Perseo avendo promesso al re Polidette la testa di Medusa come dono di nozze per avere in sposa la figlia, si accinse nell'impresa e, con l'aiuto degli dei, riuscì a uccidere Medusa tagliandole la testa.
ORFEO ED EURIDICE
Orfeo sposò la ninfa Euridice ma subito dopo le nozze ella fu punta da un serpente e morì. Orfeo disperato, pensò di recuperare la sua amata scendendo nell'Ade. Grazie alla sua arte riuscì a persuadere gli dei degli inferi Ade e Persefone: commossi dal suo canto straziante, gli accordarono il permesso di riportare in vita la sua sposa a condizione che durante il viaggio non si girasse mai a guardarla. Orfeo cedette alla tentazione: si voltò a guardare la sua Euridice giusto il tempo per vederla svanire una seconda volta.
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