Il progetto nasce con la preziosa collaborazione di Rossana Copez a cui si deve la selezione dei brani. I racconti de “I sogni della città bianca” e i versi della raccolta “Versus” si alternano, interpretati da Marta Proietti Orzella, accompagnata dalle musiche e dai suoni del sound designer Alessandro Aresu (sinth, chitarra, percussioni, cajón), con la volontà di evidenziare l’uso sapiente del ritmo della lingua che contraddistingue l’autore.
“Cantar l’altrove”: l’originalità della prosa e della poesia di Sergio Atzeni, un percorso, anche musicale, fra i protagonisti di storie che appartengono alle più svariate classi sociali, anche se Atzeni mette in scena soprattutto il popolo degli gli umili, degli sconfitti, dei marginali. «Mi cerco le storie e non le invento», aveva detto Atzeni in una intervista. Di ambientazione cagliaritana, i tre racconti in prima persona ("Il vento soffia sopra i bastioni", "Storia di una monaca" e "Storia di Carluccio e di colui che narra") rivelano a tratti un'ironia latente spezzata dalla malinconia dei versi che cantano "un altrove" fisico ("Sono cittadino sardo, italiano, europeo" era il motto di Atzeni) e mentale (quello dei sogni incensurati della "città bianca").
"Cantar l'altrove" ha replicato con successo al Teatro Elfo Puccini di Milano ed è candidato ospite di "Book City Milano 2014" il prossimo novembre.
“Cantar l’altrove”: un piccolo omaggio a Sergio Atzeni, a quasi 19 anni dalla sua prematura scomparsa.
Morto prematuramente nel 1995, Sergio Atzeni, è da considerarsi tra i più grandi talenti letterari apparsi sulla scena nazionale degli ultimi anni. Nei suoi romanzi si ritrovano la storia e la fantasia, i miti e i personaggi di una società che può essere definita come "sarda" ma che male si adatta a questa unica etichetta. Il respiro dei suoi romanzi è, infatti, quello dell'umanità tutta, universale è il suo sguardo sul mondo. L'Apologo del giudice bandito (1986), Il figlio di Bakunin (1991), Il quinto passo è l'addio (1995), e i due romanzi editi postumi Passavamo sulla terra leggeri (1996) e Bellas Mariposas (1996) sono nati da una penna che gioca con la pagina, col contenuto e con la lingua che lo esprime; forse è per questo "entusiasmo", per la vitalità che è l'aspirazione stessa dei romanzi che, ciò che diceva Sergio Atzeni per se stesso, si avvera anche per il suo Libro: "sono sardo, sono italiano, sono europeo".
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