“La bella addormentata nel bosco” risulta essere una delle fiabe più antiche che si conoscano, le fonti datano la sua origine intorno all’anno 1000, ovviamente nelle prime stesure vi sono elementi e riferimenti ad argomenti molto diversi dal classico racconto che noi oggi conosciamo e che poco avrebbero da spartire con una messa in scena adatta ai bambini. In ogni caso è sicuramente la fiaba tra le più conosciute ma tra le meno adattate ad una drammaturgia teatrale.

La messa in scena farà riferimento, ovviamente, alla storia che tutti conoscono.

Nel castello del regno, un Re ed un Regina festeggiano il battesimo della loro bimba, alla festa vengono invitate le tre fate del regno per fare da madrine alla principessina. Ognuna di loro porterà un  dono speciale: la prima fata dona la bellezza, la seconda dona la saggezza e la terza il talento nelle arti musicali. I problemi incominciano quando la fata cattiva, offesa per il mancato invito, scaglia sulla  bimba una terribile maledizione <>. Una delle tre fatine buone, scoperte le intenzioni della fata cattiva, cerca di intervenire mitigando il maleficio, trasformandolo in un sonno di cento anni la morte profetizzata dalla strega. Le tre fatine, inoltre, cercano di evitare che il maleficio si compia nascondendo la principessa in un luogo sicuro. Il destino però è in agguato e fa si che proprio il giorno del sedicesimo compleanno della fanciulla, la strega cattiva riesca a trovarla e, fingendosi una vecchietta che tesse le punga il dito portando così a compimento il maleficio.

Le fatine, per preservare dal dispiacere il regno, addormenteranno l'intero castello. Trascorsi 100 anni un principe arriva al castello e trovando la giovane principessa addormentata se ne  innamora al primo sguardo, grazie ad un suo bacio il maleficio si spezza e la  principessa addormentata si risveglia.

La lotta eterna del bene e del male, che in forma realistica si presenta tutti i giorni nel quotidiano, compare anche in questa fiaba.

La nostra idea di regia sottolinea questa lotta espressa nella storia della favola, ma cerca di riportare ogni tanto alla realtà con dei flash che scoprono gli attori mentre preparano la messa in scena della favola. Il concetto pirandelliano del teatro nel teatro che non sminuisce la magia della favola ma, anzi, cerca di valutare la magia del teatro in una atmosfera favolistica spezzata da incursioni nel reale allo scopo non di pura speculazione ma nell'intento di stimolare il senso critico dei ragazzi costretti a vivere in una società e in una scuola sempre più povera di stimoli e di idee.