Stagione del Teatro Contemporaneo
Akròama presenta IL PROGRAMMA Atto unico di Davis Tagliaferro Drammaturgia Davis Tagliaferro con Voce registrata Giovanni Guardiano
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Alan e Bryan sono due esseri umani costretti alla convivenza in un luogo impreciso, attendono un'importante chiamata che deciderà delle loro rispettive sorti. Probabilmente la loro permanenza forzata è da considerarsi di lunga data, come si trattasse di una prigionia: una detenzione in attesa di giudizio. In scena un telefono (il terzo protagonista) attraverso il quale un fantomatico giudice opera le sue incursioni; ma anche questa è solo una supposizione: non ci è dato di vedere il suo volto, ascoltare la sua voce né conoscere i suoi pensieri. Ciò che sappiamo per certo è che i due personaggi si trovano lì come parte integrante del programma: una macchinazione, un progetto ancora non concluso, privo di una fine... La loro.
Note di regia
Qual è la punizione per colui che ha osato pensare e non soddisfatto di ciò ha addirittura espresso una propria opinione, magari intonando con la voce un suono di critica contro la realtà in cui vive?
Come può essere riportato all'ordine il sovversivo peccatore?
Davis Tagliaferro propone un periodo di detenzione interminabile all'interno di un luogo non definito né definibile, dove "ripulirsi la coscienza" significa perdere completamente il pensiero, una facoltà unica, che distingue un essere umano da una cosa.
Alan e Bryan, due ignoti prigionieri in questa galera senza senso, parlano incessantemente di tutto e di niente, si combattono con argomentazioni che non hanno più aderenza ad una realtà materiale, ma che raccontano – per paradossi e contraddizioni – la condizione purgatoriale nella quale sono immersi.
Le loro parole non sono prive di significato, ma evidentemente ai detenuti come loro non è più permesso capire o plasmare un concetto attraverso l'associazione di idee: la loro condanna è arrendersi alla pura forma, il loro percorso riabilitante è una via obbligata verso la tabula rasa della mediocrità.
Un telefono sta a guardia dei due sorvegliati, il suo intervento ha per scopo quello di alimentare il desiderio dell'attesa di una fine... ma quale fine?
I nostri due eroi passano il tempo che gli rimane ingannando il tempo – tempo imponderabile, che si dilata e si restringe per volere del loro aguzzino assente. Dialogano con gli ultimi brandelli di poesia e di logica che ancora orbitano nelle loro teste sempre più vuote, opponendo due identità via via sempre più inesprimibili, cancellate lentamente dal batterio dell'annullamento.
Antonio Ligas
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