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Archivio Stagioni 2011-2017

Eventi 

Il gatto mammone
Titolo Spettacolo:
Il gatto mammone
Date Spettacolo:
13.11.2011
Compagnia - Regista:
La botte e il cilindro - Pier Paolo Conconi
Categoria:
Famiglie a Teatro - Ott 2011

Descrizione

domenica 13 Novembre 2011  ore 17

LA BOTTE E IL CILINDRO

  Il gatto mammone
di Francesco Enna
regia di Pier Paolo Conconi

Trama :

Una famiglia povera: una madre e due sorelle, una, di nome Stellina, gentile e buona come il pane appena sfornato e l’altra di nome Peppina, antipatica e dispettosa. Un giorno la madre si trovò nella necessità di chiedere in prestito a qualcuno del vicinato un pezzo di sapone, ma nel vicinato c’era soltanto il palazzo del Gatto Mammone, che era un tipo da prendere con…le unghie; si rivolse dapprima a Peppina che sgarbatamente si rifiutò di andare; Stellina invece, senza esitare, accettò l’incarico. Nel suo viaggio Stellina incontra prima una gattina che si affanna a lavare un pavimento, senza riuscirci, e decide di aiutarla; poi trova due gattine che non riescono a rassettare un lettone enorme e anche stavolta si presta a fare il lavoro per loro; in una terza stanza s’imbatte in tre gattine che non riescono a preparare il pane da infornare e Stellina prepara tutto al posto loro: finalmente viene ammessa alla presenza del Gatto Mammone che la premia generosamente per le sue buone maniere. Ritornata a casa, non vi dico la sorpresa e lo stupore di Peppina e di sua madre per i doni che Stellina aveva portato con sè. Si fecero raccontare ogni cosa e alla fine la donna decise che anche Peppina dovesse provare ad andare dal Gatto Mammone per farsi prestare del sapone e così Peppina fece, ma era sgarbata e dispettosa e non solo non aiutò le gattine che trovò in difficoltà, ma fu talmente sgraziata che, alla fine, ebbe dal Gatto Mammone una…adeguata ricompensa.

La scelta di lavorare sulla fiaba è legata all’impegno di recuperare la memoria della cultura popolare sarda: il piacere da una parte di far ascoltare una favola briosa, leggera e di chiara morale, eppure divertente e appassionante; dall’altra recuperare attraverso questo immaginario altri “segni” della nostra cultura; il recupero di filastrocche, i proverbi e i suoni e i canti; il ritmo del racconto e i modi di narrare dei Maestri e delle Mastras ‘e  contascias (maestre di fiabe); la valorizzazione dei modi di narrare e le tante altre espressioni dell’antropologia agro-pastorale del mondo contadino della Sardegna, dove ad esempio la pulizia, l’ordine e la preparazione del pane scandiscono il tempo della giornata e il ritmo delle stagioni e i cicli noti della vita e della morte.
Il segreto della fiaba risiede nella sua forma: di questo si fa carico la nostra messa in scena, inventando una forma che stimoli la fantasia dei ragazzi, che diverta e che al tempo stesso faccia riconoscere i segnali particolari del nostro passato, non per il gusto di una archeologia retorica, ma per recuperare la nostra identità. Le tecniche utilizzate in questo spettacolo sono miste: l’attore recita insieme a pupazzi, la parola si alterna con il canto e la filastrocca, il linguaggio coreografico e musicale sono ampiamente presenti, insieme all’uso di oggetti e maschere.


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Informazioni

Compagnia:
La botte e il cilindro

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